Wibbly-wobbly, timey-wimey

Entra in negozio un signore piuttosto anziano che già conosciamo. È dotato di tanto entusiasmo per il mondo dell'informatica e delle tecnologia in generale, ma ha una scarsa dimestichezza con alcune informazioni fondamentali.

Ora ha un problema: ha comperato un nuovo smartphone, che gli è stato configurato dal personale del centro commerciale dove è avvenuto l'acquisto, ma lo schermo «si spegne troppo presto».

Non ha tutti i torti a lamentarsi: una rapida verifica ci mostra che la disattivazione del display entra in funzione dopo appena 15 secondi, decisamente troppo pochi per chi - a causa dell'età - non ha l'occhio particolarmente pronto.

Gli proponiamo quindi di aumentare il tempo a 30 secondi, o meglio ancora a 1 minuto, o a 2.

Cliente: - Allora facciamo 30 secondi. Così, se devo leggere qualche articolo di giornale faccio a tempo. Sa, io leggo lentamente. Eh, l'età....
Collega: - Certo, possiamo fare così. Però forse sarebbe meglio impostare a 1 minuto.
Cliente: - No, no! Mi servono almeno 30 secondi! Un minuto non mi basta!

Collega, colto alla sprovvista da quell'ultima osservazione, solleva di scatto la testa e lo fissa con un silenzio interrogativo, venendo però ricambiato dallo sguardo di chi ha affermato un'ovvia verità e, pertanto, si aspetta che tutti concordino con lui.

Un attimo di smarrimento e una lampadina si accende nella mente di Collega, il quale riesce non so come a mantenere un tono e un atteggiamento cristallinamente professionali.

Collega: - Ma... Guardi. Un minuto è più di 30 secondi.
Cliente (sorpreso): Di più?!
Collega (sempre senza scomporsi): Sì. È esattamente il doppio.
Cliente (rasserenato eppure ancora un po' titubante): Allora se è di più va bene. Facciamo il suo minuto.

Non è più tornato, quindi immagino che il suo - di Collega - minuto l'abbia soddisfatto.