È un lento, noioso e caldo pomeriggio, quando suona il telefono.
Sconosciuta di una certa età (con un tono tutto allegro): Rolando!
Io (colto alla sprovvista): Ehm, no sign...
Non riesco a interromperla, perché è un fiume in piena.
Sconosciuta: Ma quanto tempo che non ci sentiamo e adesso finalmente ti ho telefonato perché ti devo raccontare di quello che è successo blablabla yaddayaddayadda bangallabangallabangallabangal...
Quando si ferma per respirare, provo a intervenire
Io (col tono più educato possibile): Signora, io non sono Rolando.
Sconosciuta (interdetta): Come no?
Io: Eh, deve aver sbagliato numero...
Sconosciuta: Ma ho sempre usato questo numero... Forse ha cambiato lei... Mah, grazie e mi scusi. Clic.
E riappende.
La signora, in effetti, ha ragione. Abbiamo davvero cambiato il numero di telefono. Nel 2000.