Il Maniaco colpisce ancora

Terza (e per ora ultima) parte della dolorosa (per noi) storia del Maniaco.

Avevamo lasciato il nostro "eroe" più ricco di un portatile nuovamente funzionante nonché in grado di connettersi alla rete WiFi domestica, ma in tutto questo ci siamo dimenticati di accennare a un particolare.

Prima che procedessimo alla reinstallazione di Windows, il Maniaco ci aveva gentilmente chiesto di installare sul nuovo sistema anche il software per l'aggiornamento del suo TomTom, un modello che, per età, è l'equivalente informatico del Maniaco stesso.
L'operazione ci sembrava priva di ogni rischio, e così abbiamo acconsentito. Sapendo che però TomTom chiede di indicare un account o di effettuare la registrazione, ci siamo informati sull'eventuale esistenza delle informazioni necessarie.

Abbiamo così scoperto che non solo il Maniaco non aveva mai aggiornato il TomTom in vita sua, e che pertanto non era titolare di alcun account, ma anche che - a suo dire - non possedeva neppure un indirizzo email.

Collega: Quindi lei non ha nemmeno un indirizzo email?
Maniaco: Ennò... Noll'ho mai usato, mai voluto, ne sso nniente.

La cosa ci pare alquanto strana, considerata l'attività che principalmente costui conduce col portatile, ma ci fidiamo della sua parola e soprassediamo. Lo informiamo quindi che creeremo un account email per lui, e poi gli forniremo tutti i dati. La proposta sembra soddisfarlo.

Passa il momento della restituzione del portatile, passa la delicata questione del WiFi spento, e il Maniaco rispunta. Stavolta, però, per telefono.

Maniaco: L'email che mm'avete fatto... Noffunziona!
Collega: Come "non funziona"?
Maniaco: Che io metto la scritta che mm'avete dato e mi dice che non c'è.

Dopo una piccola indagine capiamo che Google (gli avevamo creato un account Gmail) gli sta dicendo che il suo account non esiste. Eppure siamo stati bene attenti a creare una roba semplice, facile da memorizzare e  digitare, del tipo ilmaniaco@gmail.com (dove, naturalmente, al posto di ilmaniaco ci sono nome e cognome del suddetto). Il guaio è che il Maniaco crede più a Google che a noi, e quindi s'è convinto che l'indirizzo che gli diciamo di aver creato per lui non esista.

Per risolvere l'impasse, il Maniaco decide di venirci a trovare. Arriva, inveisce, gli dimostriamo che sul Pc del negozio l'accesso all'account funziona perfettamente, resta un momento interdetto, se ne va. Poi torna col portatile.

Maniaco: Ma qui non va!

Proviamo. Ovviamente "va": l'account c'è e funziona, proprio come dovrebbe fare.
A questo punto ci coglie il dubbio.

Collega: Provi lei ad accedere.

Il Maniaco estrae il foglietto su cui gli avevamo segnato indirizzo email e password, inforca gli occhiali e inizia lentamente a digitare:

i elle emme a enne i a ci o spazio chiocciola...

Collega: Un momento! Lo spazio non ci va!
Maniaco: Eccomenò? Ma qui c'è.

Effettivamente, la @ non è immediatamente attaccata alla o, ma c'è uno spazio di due o tre picometri che, a un occhio allenato a concentrarsi su altri particolari, potrebbe sembrare un carattere da digitare. Ma non lo è.
Il Maniaco prova a digitare l'indirizzo senza spazio e - meraviglia! - tutto funziona. Si illumina, si rallegra, poi si rabbuia nuovamente.

Maniaco: Però l'altro lo potevate usare!
Io e Collega (in coro): L'altro?
Maniaco: Sì, l'altro email. IoSonoIlManiaco@provideritaliano.it
Collega: Ma lei ci aveva detto di non avere un indirizzo email!
Maniaco: Seeeeeee, emmò! E come faccio sennò? Che ogni tanto bisogna pure usarlo, no? Ehehehehe.

Ci fa l'occhiolino, raccoglie le sue cose e se ne va. A oggi, ancora non è tornato. Speriamo continui così.