Il ritorno del Maniaco

Una reinstallazione dopo, il portatile del Maniaco è tornato in piena efficienza. Lo riconsegniamo e cerchiamo di scordarci in fretta di tutta la faccenda, arginando i subdoli tentativi che le nostre menti mettono in atto per farci immaginare l'utilizzo del povero laptop.

Poi il Maniaco torna.

Entra un paio di giorni dopo aver ricevuto indietro il suo portatile, e non è contento. Perché non è contento? È semplicissimo:

Maniaco (concitato): Ecchè la scala ci ha sempre il puntino rosso, e prima non c'era che mi partiva tutto un meccanismo che poi va Internet. E adesso non va.

Lo fissiamo senza capire. E lui che ci ripete che la scala ci ha sempre il puntino rosso e che Internet non va e che sicuramente è il meccanismo che s'è 'nceppato.

Impossibilitati a trarre un senso non dico informatico ma quantomeno italiano da quello sproloquio, accendiamo il portatile per farci indicare dove stia il problema. E tutto diventa immediatamente chiaro.

La scala altro non è che l'icona che Windows usa per indicare la potenza del segnale della rete WiFi, e il puntino rosso è la x rossa che appare su detta icona quando la rete WiFi è disabilitata.

Un rapido valzer di tasti dopo il WiFi è nuovamente abilitato e il laptop può connettersi alla rete wireless del negozio. Sulla scala, il puntino rosso non c'è più.

Il Maniaco è dubbioso, ma di fronte all'evidenza non può che capitolare. Gli spieghiamo come non disattivare accidentalmente il WiFi, e per il momento ce ne liberiamo. (continua)

Il Maniaco

Entra in negozio un signore visibilmente di una certa età: non decrepito, ma certamente nel pieno di quella che si può definire "terza età".

Ha in mano un grosso portatile - con un bello schermo da 17 pollici - non proprio recentissimo, che da qualche tempo ha iniziato a fare le bizze. E al Cliente il portatile è indispensabile.

Cliente: Perché *ammicca e ridacchia* alla mia età... quando si è da soli...

Lo guardiamo vagamente interdetti.

C: No, dico... a stare da soli... ogni tanto bisogna pure usarlo! Eheheheh...

Tralasciamo i dettagli dell'imbarazzante e frammentaria conversazione che è seguita, ma alla fine una cosa è risultata chiara: all'uomo serve che il portatile torni in perfetta efficienza, e con una certa urgenza. Infatti lo usa per trovare signore - diciamo così - disponibili, che gli permettano di "fare esercizio" e sfogare quegli istinti che, nonostante l'età, sono tutt'altro che assopiti. O così ci assicura, e preferiamo non indagare oltre. Abbiamo già ricevuto più informazioni di quelle che avremmo desiderato.

Una rapida ricognizione sul portatile ci rivela che non c'è niente di guasto: è solo Windows 7, in funzione da un po', a non essere più tanto arzillo, a differenza del proprietario.

Gli assicuriamo che in un paio di giorni al massimo (ormai è sera, metti mai che domani ci sia un imprevisto... facciamo dopodomani) il suo portatile tornerà scattante.

C: Ah, meno male! Perché, alla mia età, da soli... Ci ho proprio bisogno, ogni tanto! Non sempre eh! Ma un paio di volte la settimana...

E su quest'ultima osservazione se ne va, augurandoci buona serata.

Collega: Beh, sembra un po' un maniaco, ma arrivarci alla sua età con tanta... ehm... joie de vivre!

(continua)

L'utonto nascosto

Vengo chiamato al capezzale di una stampante. La poverina non è guasta, non dà problemi, non è vecchia come il cucco; anzi, è nuova: però sta rischiando la disintegrazione, perché la proprietaria non riesce a installarla e ormai è sull'orlo di una crisi di nervi.

Dopo le verifiche di rito, l'arcano si svela: la Cliente cerca di installare la stampante sotto Windows 7 e per questa sua sciagurata decisione riceve dal software di installazione soltanto un generico messaggio d'errore. La stampante infatti vuole soltanto Windows 8 o superiori, come spiegato in un angolo nascosto, e in carattere minuscolo, delle istruzioni. In più vuole collegarla in WiFi, ché non ha - chissà perché - alcuna passione per i cavi Usb.
La cosa si rivela tosta, ma lavorando un po' sui driver e forzando un po' la mano, complice il fatto che il computer è di una lentezza mostruosa dopo appena un'ora e mezza di lavoro la stampante è collegata alla rete WiFi e funziona perfino.
In tutto questo la Cliente s'è dimostrata, per quanto in generale a digiuno di cose informatiche, attenta e brava: non si merita la qualifica di utonta.

Due giorni dopo, la Cliente chiama. La stampante non funziona più.

Raggiungo la casa e scopro l'arcano: se avessimo usato il software di installazione, questo avrebbe fatto in modo di aggiornare sempre il collegamento tra Pc e stampante anche quando il server Dhcp del router avesse cambiato l'indirizzo alla stampante; ma per i motivi esposti sopra non abbiamo potuto usare il software, e quindi devo mostrare alla Cliente che cosa fare quando l'indirizzo cambia.
In tutto questo, il rifiuto di usare il cavo Usb è assoluto, ma per il resto la Cliente continua a lasciare un'impressione positiva.

Due giorni dopo, la Cliente chiama.

Ha ottenuto da parenti un portatile quasi nuovo, un Lenovo che - mirabile dictu - monta Windows 10. E naturalmente vuole che le installi la stampante.

«Facile» penso. «Stavolta basta usare il Cd»

In effetti la stampante s'installa senza problemi, ma durante l'installazione del software aggiuntivo vengo chiamato per un'emergenza. Lascio detto che cosa fare alla Cliente (Avanti - Avanti - Avanti - Riavvia) e me ne parto, sicuro che ormai la telenovela sia finita.

Venti minuti dopo che sono uscito, la Cliente chiama.

La stampante, pur collegata in WiFi e inizialmente vista correttamente dal Lenovo, non vuol saperne di funzionare. Concludo con l'emergenza (rivelatasi tutto sommato una cosa veloce) e torno sui miei passi.
Guardo, controllo, misuro, verifico... poi l'illuminazione.

«Ha riavviato dopo la fine dell'installazione?»
«No. Ho visto che alla fine diceva di riavviare, ma non pensavo servisse anche quello»
Riavvio. La stampante funziona a meraviglia.

Morale? Mai sottovalutare il piccolo utonto che si nasconde in ogni cliente.

Il paragnosta

Telefona un cliente abituale, uno di quelli a cui piace fornirci simultaneamente sintomi, diagnosi e prognosi. Gli basta guardare un computer e immediatamente capisce che cosa c'è che non va. O, almeno, sembra esserne convinto.

Convenevoli di rito, poi il cliente ci spiega che da qualche tempo in qua il suo PC desktop (vecchiotto, a dire la verità) ha iniziato ad avere strani comportamenti: non si accende sempre, per esempio, e ogni tanto si spegne di botto.

Cliente: E quindi per me è l'alimentatore. Ve lo porto, così lo controllate e vedete che è quello.
Collega (con infinita pazienza): È possibile che sia l'alimentatore, ma potrebbe anche essere qualcos'altro. È meglio se ci porta tutto il PC.
Cliente: Ma no, è di sicuro l'alimentatore. Lo smonto e vi porto solo quello. È più facile. (!)
Collega (che conosce il tipo, e non demorde): Ma se per qualche strano motivo non fosse l'alimentatore? Dovrebbe tornare indietro a prendere anche il resto... Se ci porta tutto subito fa un viaggio solo.

L'opera di convincimento va avanti per un po', poi il cliente sembra cedere.

Cliente: Va bene. Passo prima di sera.

La giornata trascorre tranquilla e l'ora di chiusura ormai s'approssima, quando il cliente appare alla porta. Saluta giulivo e solleva la mano destra, in cui tiene un sacchetto. Un sacchetto troppo piccolo per contenere un PC desktop (ammesso che qualcuno si porti in giro il computer in un sacchetto di plastica).

Cliente: Ho pensato che tanto, siccome è l'alimentatore, era meglio portare solo quello.



[La conclusione della storia? La colpa era della scheda madre ormai moribonda la quale, poco dopo essere finalmente stata affidata alle nostre amorevoli ma ahimè inutili cure, ha esalato beata l'ultimo respiro, iniziando il viaggio verso il Valhalla delle schede madri]

Formattalo... ma non troppo

Riconsegno un portatile che ho dovuto formattare, e sul quale ho reinstallato Windows dopo essermi assicurato che la proprietaria avesse una copia di tutti i dati.
Il lavoro fila liscio e la ragazza è contentissima di avere nuovamente un computer funzionante anziché l'ingombrante fermacarte con cui aveva dovuto convivere negli ultimi tempi.

Torno alla base, e il cellulare prende a suonare. Ohibò, è lei. Che sarà successo in questi dieci minuti da spingerla a richiamarmi?

Cliente: Ciao, sì, scusa, ho una domanda... Il portatile... Non si connette alla rete WiFi.
Io: Strano: qui funzionava bene.
Cliente: Ma senti... potrebbe essere che si è resettata la password?
Io (*con un improvviso lampo di comprensione, e tanta rassegnazione*): Beh, sai, l'abbiamo formattato... Tutto quello che c'era è andato perso: infatti ti ho fatto salvare tutti i dati prima di procedere.
Cliente: Ah, ma io pensavo che se formattavi cancellavi solo i dati, ma la password restava!
Io: No, se ne va proprio tutto.
Cliente: Vabbè, allora la rimetto.