Siamo in buone mani

Sto configurano il PC di uno studio professionale, che presto dovrà essere utilizzato da un tirocinante.
Per la sua attività lo studio, che serve parecchi clienti, conserva nel proprio sistema informatico svariati documenti privati e quelli che sono comunemente noti come "dati sensibili".
Dato che c'è qualche problema con la configurazione di rete (Windows 10 fa i capricci) e che prima di andare via devo verificare che tutto funzioni, accendo ogni PC dell'ufficio e controllo che ciascuno veda ciò che deve vedere.

La scena è questa:

Io: - Ok, adesso avrei bisogno della password. Se vuole digitarla...
T(itolare): - Oh, beh, te la dico, tanto è facile: ciao. Tutto minuscolo.
Non riesco a dissimulare lo sguardo allibito.
T: - Beh, è facile, e non corro il rischio di dimenticarla. Tanto, a chi vuoi che interessi quello che abbiamo qui?

E così scopro che i preziosi dati dei clienti sono protetti da password del tipo ciao, ciao123 e, naturalmente, il nome stesso dell'utente del PC usato come password.
Io dico che faccio bene a non essere loro cliente...