Formatta tutto! Anche lo schermo!

È una bella mattina di fine primavera quando mette la testa in negozio in negozio un tizio che sul momento non riconosco. Collega però se lo ricorda: un annetto fa è venuto ad acquistare un PC desktop. L'acquisto gli è rimasto in mente perché l'uomo aveva bisogno anche di uno schermo ma, dato che non voleva spendere troppo, gli abbiamo lasciato uno di quelli di seconda, terza o quarta mano che abbiamo nel retro.

Tizio (gesticolando concitato genericamente in direzione della postazione PC del negozio): Devo portarti indietro quello lì; passo dopo.

Collega non fa in tempo a rispondere che il tizio ha richiuso la porta ed è già scomparso lungo la via. Dai gesti poco chiari e dalle poche parole indirizzateci immaginiamo che ci voglia portare il computer perché qualcosa non funziona: dopotutto, è quello che la maggior parte dei clienti viene a fare da noi.

Nel pomeriggio, il tizio torna, e ha con sé il monitor soltanto. Ah, ecco: ci restituisce lo schermo. Magari ne ha preso uno nuovo e più bello: dopotutto, quello non era un granché.

Dopo qualche velocissimo convenevole (quest'uomo è sempre di corsa), Tizio abbandona il monitor sul bancone e fa per andarsene ma, quand'è ormai giunto alla porta, si ferma come colto da un pensiero improvviso. Afferra la maniglia con una mano e, mezzo voltato verso di noi, fa:

T: Però puliscilo bene, eh! Formatta tutto, ché non voglio che esce il mio nome se lo dai a qualcun altro!

E, in un lampo, è sparito di nuovo.

Appena realizziamo quello che è successo, un dubbio fa in tempo a coglierci: dobbiamo chiamarlo e chiarirgli la differenza tra computer e schermo, o lasciare le cose come stanno?
Un microsecondo dopo, il dubbio si scioglie al caldo sole degli ultimi giorni di maggio.